Il Potere del Gioco

Che cosa sia il gioco può sembrare apparentemente chiaro e scontato, ma comprende una vasta ed ampia gamma di attività, soprattutto per il cane. Il gioco è anche un evento cognitivo e di apprendimento, è come un lavoro, è un’attività attraverso la quale i sensi, le emozioni e il cervello si sviluppano; è un comportamento privo di un fine serio durante il quale sono eseguiti moduli comportamentali espressi con assoluta serietà in altri contesti. Si tratta di atteggiamenti sessuali, di fuga, di attacco, di cattura della preda e di nutrizione, e anche della manipolazione di oggetti.

 

L’età e lo status sociale sono determinanti per il tipo di gioco. I cuccioli, che iniziano ad incontrare altri cani verso le 10-12 settimane, giocano alla pari e in modo rilassato solo con animali della loro stessa età e taglia. Possono adeguarsi a giocare con un adolescente o con un adulto di taglia nettamente superiore solo se questo è capace di una certa delicatezza e di movimenti più lenti, meno impetuosi. Dopo le 20 settimane circa, con l’esclusione dei cani di taglia molto piccola che di solito restano timorosi nei confronti delle taglie grandi, i cuccioli giocano nello stesso modo degli adolescenti, prendendo liberamente parte alla lotta o agli inseguimenti di gruppo. Con il passare dei mesi, risulta evidente che il “fare la lotta” fra maschi è sempre più raro. Non è così fra femmine o fra sessi diversi. “Cacciatore e Preda” è, invece, sempre un gioco di gruppo cui prendono parte tutti gli adolescenti presenti. Questi giochi sociali prevedono un affiatamento progressivo; è raro che un individuo introdotto la prima volta si inserisca nel gruppo dei giocatori alla pari, mentre è frequente che trovi un compagno per un gioco di coppia. Progressivamente e parallelamente alla maturazione, diventa sempre più difficile che i cani inizino a giocare con estranei e, se capita, è assai frequente che avvenga con animali di sesso diverso dal loro o con un cucciolo. Da adulti, gli individui di alto rango di solito non giocano mai, limitandosi a qualche scherzosa scaramuccia a sfondo sessuale, perciò con l’altro sesso, o al gioco di gruppo. Invece, i soggetti di inclinazione gregaria-sottomessa possono restare giocherelloni per tutta la vita, soprattutto se maschi.

 

Si vede bene quanto sia fondamentale, per i cani, poter giocare. La socialità stessa dipende dalla capacità di interagire in modo non aggressivo. Il gioco sociale è parte fondamentale dello sviluppo psicofisico del cucciolo, da cui trarrà esperienze determinanti per la sua futura abilità di interpretare il linguaggio dei cani, e per nessun motivo dovrebbe essergli impedito di accedere a tali attività. I gesti e le azioni usate durante le interazioni giocose diventano patrimonio mentale con cui l’animale si muove nel suo ambiente sociale.

 

Ci sono quindi molti buoni motivi per approcciare l’educazione quotidiana del cane attraverso il gioco. Proprio perché è così importante per gli educatori che la lezione sia piacevole, non si può fare a meno di insegnare e far imparare tramite il gioco. Inoltre l’obiettivo dell’educatore sarà sicuramente il vedere che i cani applicano ciò che imparano anche nella vita di tutti i giorni e che i proprietari si divertono a giocare e passare del tempo con i propri cani. Per questo obiettivo i giochi sono particolarmente indicati, e poi il fatto che il cane e il suo umano si divertano insieme e affrontino con piacere l’allenamento è sempre un passo avanti nella qualità del rapporto.

Sappiamo tutti quanto sia decisivo un buon rapporto, un legame stretto, perché la convivenza uomo-cane sia serena, per prevenire i problemi, o trattarli con successo ove si presentino; se c’è intesa l’insegnamento cade su terreno fertile e viene appreso più rapidamente.

 

Il proprietario assume un ruolo attivo quando il cane lo considera come un propositore di attività-giochi e una guida nella definizione delle stesse. Nel momento in cui il proprietario costruisce situazioni e attività dove stare vicino non significa più non fare nulla o non fare altre cose piacevoli, bensì svolgere un’attività piacevole e gratificata, si trasforma anche il modo di stare insieme. Il cane deve modificare la sua visione del proprietario che, da semplice compagno o vicino, diviene maestro e controparte del processo operativo, per la prima volta i due sono affiancati per fare un’attività che li vede reciprocamente coinvolti. Ecco che le energie proattive del cane non vengono più esercitate in modo individualistico ma attraverso un’attività di coppia. Inoltre, grazie a queste attività, riusciremo a stancarlo mentalmente. Ragionare, concentrarsi e trovare soluzioni sempre più ingegnose stancano il cane in modo positivo. Ci sono soggetti giovani o particolarmente attivi che giovano di questa possibilità. Ricordiamo infatti che la sola attività fisica spesso non sopperisce alle sue necessità, in alcuni casi può persino essere controproducente. Un esercizio fisico eccessivo, infatti, lo porta ad avere sempre più necessità di movimento: potremmo paragonarlo ad un allenamento. Inoltre l’attività fisica provoca, in molti soggetti (anche umani) una forma di eccitazione generale che porta a difficoltà di rilassarsi.

Si può imparare ad apprezzare l’abilità del fiuto; costruire marchingegni divertenti che stimolano la sua intelligenza; sorprenderlo con piacevoli giochi da masticare; allestire insieme un corso di mobility in salotto; trasformare le passeggiate in avventure emozionanti; riconvertire (temporaneamente) il giardino in parco giochi; far diventare l’educazione un allegro gioco.

Il potere del gioco apre i cancelli ludici dell’universo, è un movimento gioioso, fatto di dare e ricevere.